L’inverno è giunto ormai, e con il freddo si porta anche tutte quelle forme fastidiose di influenza.
Come possiamo affrontare la stagione, quindi? Qual è il metodo più efficace: affrontare l’influenza una volta in atto oppure prevenire? Meglio il vaccino o meglio prendere integratori alimentari?
La soluzione sembra essere ancora più a monte, ma prima di arrivarci, è meglio fare una breve introduzione.
Secondo alcuni studi, ci sono delle situazioni nella nostra vita che ci pongono in una situazione di “maggior rischio” di influenzarci: in particolare, da una analisi di 12 studi effettuati nel Regno Unito tra il 1998 ed il 2012 è emerso che i disoccupati (che hanno perso il lavoro) hanno un livello di citochine (molecole interessate nei processi infiammatori, tipici dell’influenza) molto più elevati rispetto a persone che lavorano.
Da un altro studio, inoltre, emerge come una situazione di stress come quella di un esame universitario, possa influire negativamente sul sistema immunitario, squilibrandolo e favorendo quindi una situazione di infiammazione (curiosità: la perdita di capelli durante studio intenso è dovuta allo sviluppo di Linfociti T che sotto particolari segnali, ‘ordinano’ alle cellule di pelle e capelli, i cheratinociti, di effettuare una morte programmata, chiamata apoptosi).
Ciò che emerge da questi studi è che un atteggiamento negativo o una situazione negativa influiscano sul sistema immunitario, favorendo quindi l’insorgenza di influenze e di stati infiammatori.
La domanda che sorge spontanea è: ma allora basta avere un atteggiamento positivo per prevenire/curare l’influenza?
No. Un atteggiamento positivo, come confermato da altri studi (riportati nella bibliografia), favorisce il sistema immunitario, lo aiuta a combattere gli ostacoli influenzali, ma non li risolve al posto di un vaccino, di un integratore o di un farmaco. Possiamo parlare di atteggiamento positivo come ‘coadiuvante’ di un trattamento anti-influenzale. Da uno studio effettuato sempre nel Regno Unito, è emerso che un clima di serenità e positività, permette al vaccino di essere più efficace e di avere meno conseguenze post-vaccinazione, mentre un atteggiamento negativo (un altro studio lo riporta) può portare problemi post-vaccinazione. Non si parla del cosiddetto ‘effetto placebo’, ma di un atteggiamento che viene prima di un trattamento, non durante.
Ma non finisce qui. Per affrontare al meglio la stagione, è giusto sì essere positivi, ma è anche doveroso curare alimentazione, riposo ed anche l’attività fisica. Non si parla di sport, ma semplice attività fisica, la quale favorisce lo sviluppo di un sistema immunitario più reattivo, soprattutto per le persone più anziane, in cui le cellule del sistema immunitario sono meno efficienti, in particolare i neutrofili.
I mezzi per combattere l’inverno ci sono tutti, ma ricordate l’essenziale: come dicevano tutte le nostre mamme, “copriti che fa freddo”.
Bibliografia
Ayling et al. Positive mood on the day of influenza vaccination predicts vaccine effectiveness: A prospective observational cohort study, Brain, Behaviour and Immunity, 18 September 2017
Hughes et al. Unemployment and inflammatory markers in England, Wales and Scotland, 1998–2012: Meta-analysis of results from 12 studies, Brain, Behaviour and Immunity, 30 March 2017
Brydon et al. Synergistic effects of psychological and immune stressors on inflammatory cytokine and sickness responses in humans, Brain, Behaviour and Immunity, 20 September 2008
Peters et al. Hair and stress: A pilot study of hair and cytokine balance alteration in healthy young women under major exam stress, PLoS ONE, 19 April 2017
Bartlett et al. Habitual physical activity is associated with the maintenance of neutrophil migratory dynamics in healthy older adults, Brain, Behaviour and Immunity, 27 February 2016
Brydon et al. Dispositional optimism and stress-induced changes in immunity and negative mood, Brain, Behaviour and Immunity, 9 March 2009